Reportage per i più curiosi e instancabili
Giorno 1 Durazzo – Saranda
Inizia qui il nostro tour particolare di soli tre giorni
Partenza ore 8,30 da Durazzo destinazione Saranda passando per Valona e la riviera albanese.
Entrare a Valona con il suo lunghissimo lungomare fa sempre un bell’effetto anche a chi c’ë già stato diverse volte come noi.
Una sosta dopo il piccolo tunnel, ora rimesso a nuovo, ed eccoci sullo Ionio con difronte la grande penisola di Karaburun e l’isola di Sazan.
Si costeggia il mare e in alcuni punti sembra di essere sulla riva tanto è vicino. Inutile dire del colore di acque tanto cristalline da aver subito voglia di fare un bagno anche senza aver su il costume.
Hotel, ristoranti e piccoli locali attrezzati scorrono dai finestrini e a Orikum la costa si nasconde dietro la penisola e cominciamo a salire per scollinare e riprendere il mare.
Saliamo tra boschi di pini e ad ogni curva la temperatura scende di qualche grado e con tutto il verde negli occhi arriviamo al passo di Llogarà detto anche Passo di Giulio Cesare.
Sono circa le ore 14, è ora di mangiare, ancora meglio se su una terrazza panoramica a picco sul mare. Qui incontriamo una coppia di italiani molto affabili che stanno girando in moto. Non é la loro prima volta nel Paese delle aquile perché a loro piace molto questa Terra e ci tornano spesso.
Riprendiamo il viaggio e cominciamo a scendere lungo i tornanti della montagna. Lungo la strada tocchiamo le località più famose per la loro bellezza di questa costa come Dhermi, Himara, Porto Palermo, Lukova e dopo brevi soste proseguiamo per Saranda.
A tratti ci allontaniamo dal mare attraversando uliveti e intense coltivazioni di agave di grandi dimensioni#
Alle ore 18 arriviamo a Saranda, sulla bellissima baia dove le numerose costruzioni spiccano sui terrazzamenti a più livelli perché questa cittadina è come appoggiata su una grande scalinata.
Dopo una fresca doccia nel B&B di nostra conoscenza dove pernotteremo, scendiamo al porticciolo, giusto in tempo per ammirare lo spettacolare tramonto che incendia cielo e mare.
Giorno 2 Saranda – Ksamil – Permet – Korça
Dopo una veloce colazione a base di frutta partiamo per una visita lampo a Ksamil, con le sue piccole spiagge caraibiche e dove il turismo ha occupato tutti gli spazi lasciando liberi solo i tre isolotti verdi che spiccano tra le acque turchesi del mare. Non c’è ancora tanta gente ma tutto è pronto per un’affollata stagione estiva.
Lasciamo Ksamil per raggiungere Permet e cominciamo a salire la montagna scollinando diverse volte tra fitte pareti di ginestre in fiore. Quando scendiamo ci accoglie il fiume Drino che costeggiamo lasciandoci alle spalle la città di Argirocastro che non è compresa in questo giro. Poco prima di arrivare a Tepelena, sulla destra, imbocchiamo la strada per Permet.
Il paesaggio ora è completamente cambiato e anche la temperatura comincia a farsi sentire, mentre ci addentriamo prima lungo una campagna poi tra imponenti gole di alte montagne. Ed ecco comparire il Vjosa, l’ultimo fiume selvaggio d’Europa.
Il fiume ci accompagna verso Permet, “la città delle rose” ma la troviamo un po’ sottosopra per i tanti lavori di riqualificazione e allora, dopo aver mangiato un ricco panino sotto una pianta in riva al fiume, andiamo diretti ai Benje di Permet ( i Bagni )
L’acqua solfurea che si infiltra tra le rocce e poi cade riempiendo vasche naturali di pietra è famosa per le sue proprietà termali e per il sollievo di malattie reumatiche. Non c’ë da stupirsi se si notano persone interamente coperte di fango nero. Questi depositi delle acque termali contengono proprietà rigenerative per la pelle. Queste acque fluiscono dai profondi abissi delle falesie che circondano il canyon di Langarica e sono famose sin dall’antichità
È ora di ripartire verso Korça e qui il viaggio si fa veramente avventuroso. La strada fino al villaggio di 3 Urat (i 3 ponti) è completamente rimessa a nuovo e ben asfaltata e qui, un uomo che aveva finito il suo lavoro su quella strada, ci chiede un passaggio. Ci fermiamo e lo facciamo salire e lui dopo averci ringraziato tante volte (forse troppe) ci chiede dove siamo diretti e appena gli diciamo Korce fa una faccia preoccupata poi ci spiega. Ci dice che la strada non sarà tutta come quella che stiamo facendo in quel momento ma che da Leskovik a Erseke per fare solo 40 km ci vorrà circa un’ora e mezza. Noi però siamo decisi ad attraversare quelle montagne e non rinunciare allo splendore di un panorama che si addentra tra gole, monti e fitte abetaie.
Il nostro amico è arrivato, lo facciamo scendere e proseguiamo con crescente curiosità.
La strada piano piano si fa un po’ più accidentata e ricca di curve fino a costeggiare la zona di confine con la Grecia (come ci avverte il nostro telefono)
Curva dopo curva saliamo e scendiamo per i versanti delle montagne dove si alternano pascoli con cavalli liberi, prati con una fioritura intensa, abetaie che trasformano la strada in una galleria verde. Il fondo stradale è asfaltato ma si è fatto più stretto e molto rovinato, probabilmente per la neve caduta in inverno.
Poi all’improvviso tra tanto verde, troviamo una grande struttura in legno e pietra e diversi bungalow.
Siamo arrivati a Farma Sotira un Agriturismo tra i boschi. L’aria ormai è più fresca e ci fermiamo per ristorarci un po’. Ci sono turisti arrivati fin lì anche con i camper, e c’è chi mangia del pesce alla brace, chi fa una bella passeggiata a cavallo e chi si riposa sotto gli alberi. L’acqua riempie le vasche del pesce di fiume, si sente il rumore del ruscello che scorre lì vicino.
Dopo un po’ ripartiamo e continuiamo il sali-scendi tra boschi e pascoli. Poi, dopo aver attraversato piccoli villaggi dai nomi difficili e dopo l’ennesima fioritura di ginestre che riempie tutto l’altopiano, arriviamo a Erseke.
Attraversiamo la piccola cittadina e continuiamo lungo la strada che adesso scorre tra i campi.
Il sole sta tramontando quando entriamo a Korça e la stanchezza comincia a farsi sentire.
Dopo una doccia e un’ottima cena la giornata finisce con una bella dormita con negli occhi ancora tutto quel verde.
Giorno 3 Korça – Pogradec- Lin – Elbasan – Durazzo
Dopo il caffè partiamo per Pogradec senza visitare Korça che conosciamo abbastanza bene. Dopo una quarantina di chilometri eccoci sulle sponde albanesi del lago Ocrida (Ohrid). L’azzurro dell’acqua del lago già in lontananza ci fa allegria e, dato che anche Pogradec è stata diverse volte meta dei nostri tour, decidiamo di andare direttamente al villaggio di Lin a salutare la nostra amica Rosa che proprio sulla riva del lago ha uno dei B&B più conosciuti per la sua posizione, i suoi fiori e la sua gentilezza. Quando ci vede ci saluta con affetto e ci prepara una super colazione con crepes, succo di fragole raccolte sul posto, marmellata di fichi e burro fatto in casa
Vediamo turisti intenti a salire lungo il sentiero che porta al grande mosaico di una Chiesa Paleocristiana dove noi abbiamo spesso portato i nostri viaggiatori durante i tour.
Rimaniamo un po’ lì a parlare e a goderci quei momenti di relax poi decidiamo di ripartire per Elbasan una grande città con l’antico quartiere castello, città in cui, durante il regime, era attivo un grande centro metallurgico di cui oggi funziona una piccola parte.
Mentre scendiamo da Lin per raggiungere Elbasan stavolta ci accompagna il fiume Shkumbin che arriverà poi fino alla laguna di Divjaka-Karavasta sul mare Adriatico.
All’uscita della città di Elbasan ci fermiamo a pranzo lungo la vecchia strada che porta a Tirana, tra ulivi secolari e un laghetto con simpatiche papere.
È ormai pomeriggio tardi e il viaggio sta per finire.
Lungo la superstrada per Durazzo il traffico è intenso e una volta a casa e a viaggio finito ripensiamo fin da subito a tutto il bello che la natura qui in Albania è stata in grado di regalarci in un viaggio così breve ma tanto intenso. In fondo le abbiamo dedicato solo tre giorni, ma ne abbiamo fatta di strada!
È ormai pomeriggio tardi e il viaggio sta per finire.
Lungo la superstrada per Durazzo il traffico è intenso e una volta a casa, e a viaggio finito ripensiamo fin da subito a tutto il bello che la natura qui in Albania è stata in grado di regalarci in un viaggio così breve ma tanto intenso. In fondo le abbiamo dedicato solo tre giorni, ma ne abbiamo fatta di strada!